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Cappella di San Pietro in Vincoli a Crotto

Sulla strada per Ronco, prima di Villanuova, si trova un ponte che porta a Crotto. La Cappella di San Pietro, menzionata da monsignor Ceva nel 1616, era modesta, utilizzata per la comunione ai malati. Le successive visite pastorali confermano le sue condizioni generali, con aggiunte come un'icona e un restauro nel 1771 a causa di infiltrazioni d'acqua. L'intervento aggiunse un pavimento in pietra, separò l'altare con un coro e dipinse un affresco del 1772. Arredi seicenteschi e ottocenteschi arricchiscono la cappella, che ha subito anche il rifacimento del tetto nel 1864. Una nicchia sopra l'ingresso ospitava una scultura ora perduta.

Sulla strada che conduce a Ronco, poco prima di giungere a Villanuova, si erge un ponte che conduce al borgo di Crotto. Come per molte altre cappelle della zona, il primo visitatore di cui si fa menzione, soprattutto per le chiese più antiche, è monsignor Ceva, il quale nel 1616 fornisce un dettagliato elenco delle cappelle campestri che ha incontrato durante le sue visite pastorali. In questo contesto, la chiesetta intitolata a San Pietro è descritta come una struttura modesta, adatta principalmente per la celebrazione della comunione agli infermi, dato che dista circa mille passi dalla chiesa parrocchiale, e dispone solo delle attrezzature essenziali fornite dalla parrocchia.

La cappella presenta pareti e volta completamente dipinte, con un altare di dimensioni adeguate e un arredo modesto, tra cui una croce e due candelabri. La situazione generale rimane sostanzialmente invariata nel corso delle visite successive, ad eccezione di una crepa osservata nel 1729. Il degrado leggero potrebbe essere attribuito alle condizioni delle finestre, che rimangono aperte in mancanza di tela e chiavistelli.

Monsignor De Villa nota la presenza di un'icona sopra l'altare in pietra, raffigurante il santo patrono della chiesa. Le condizioni generali dell'edificio sono considerate accettabili, e la proprietà è riconosciuta alla comunità locale. Tuttavia, nel corso degli anni, le infiltrazioni d'acqua causano danni alla parete esterna, rendendo necessario un ampio restauro nel 1771, probabilmente promosso dalla comunità stessa.

Durante il restauro, si aggiunge un pavimento in pietra e si separa l'altare dalla parete con un piccolo coro. Sulla parete destra è dipinta un'immagine del committente, Francesco Peradot, considerata indecente da alcuni visitatori. Un affresco risalente al 1772, raffigurante la Vergine col Bambino e i Santi Pietro e un vescovo, è opera del pittore Antonio Faccio. Nella cappella sono presenti anche un tabernacolo seicentesco e arredi ottocenteschi, come una statua della Vergine e un'edicola dedicata a Santa Lucia.

La data del 1864 incisa su un trave potrebbe indicare il rifacimento del tetto. Infine, sopra l'ingresso si trova una nicchia, probabilmente destinata a contenere una scultura, oggi scomparsa.


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